giovedì 17 febbraio 2011

Il niente è meglio del nulla

Love me tender, Love me sweet, Never let me go. You have made my life complete, And I love you so.
Abbiamo bisogno del corpo morto mediatico, di questo cadavere fatto di pianisti dai nomi argentini, di modelle, di pubblicità della beghelli, dei soprammobili incarnati di mondi morti. Abbiamo bisogno di sacrificarlo, di bruciarlo questo mondo morto, di berci le loro ceneri in un bicchiere come nel Kerala, di pisciare sui loro corpi, di sconsacragli le tombe che tanto non si muovono.
Le dita della mia vicina di casa puzzano, perché a fare la badante il puzzo degli anziani non ti si toglie da sotto le unghie nemmeno con il borotalco, e noi le unghie le abbiamo curve dallo sporco, dalla merda che fuoriesce a fiotti dallo schermo: l’inglesina zoccoletta di ventitudue anni, la canalis che parla tanto bene inglese, gli sfondi rubati a windows media player, le canzoncine, la napoletanuccia di vent’anni tanto pulita che ci dimentichiamo i rifiuti, pure il rasta tanto giovane.
Love me tender, Love me true, All my dreams fulfilled. For my darlin I love you, And I always will.
E vorrei svegliarmi la mattina con le urla e i fischi delle sirene, con la melodia esausta di eroismo infranto, con i sassi e gli stupri, gente per strada, ad inneggiare in lingue che non conosco. Me li immagino tutti quelli della televisione, i famosi a orologeria, che scappano con i vestiti in mano, con le mani e i piedi sanguinanti; poco importa se moriremo tutti sotto il minareto, o il ristorante cinese, il puzzo sarà migliore… che qui il conto non è ancora arrivato.
When at last my dreams come true Darling this I know Happiness will follow you Everywhere you go. Guardare giannimorandi per dieci secondi negli occhi, come l’abisso, il senso fuggito dalla storia, il nulla. Non puoi esprimere giudizio che anche quello si infrange. Afasia la chiamavano, mutismo da realtà forse; preferisco contare i pacchetti di pasta sul ripiano, girare lo sguardo, fuggire, che in fondo il niente è meglio del nulla.

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